Le trasformazioni del territorio agrario avvenute a partire dalla seconda metà del secolo scorso, hanno portato con sé una drastica riduzione della fauna selvatica, in particolar modo di quella stanziale, quale lepre, fagiano e starna. Le coltivazioni intensive, gli appezzamenti sempre più estesi, l’eliminazione delle siepi e dei bordi dei campi, la diminuzione dei prati e dei cereali autunno-vernini, sono alcune delle pratiche che hanno estremamente semplificato il territorio agrario, creando una situazione ambientale decisamente ostile alla fauna che non trova più siti dove nidificare, proteggersi e nutrirsi.
Gli interventi di miglioramento ambientale per la fauna selvatica hanno come obiettivo quello di ricreare, in modo diffuso, piccoli habitat in grado di soddisfare le esigenze della fauna stessa in termini di copertura, rifugio ed alimentazione.